Roberto 39 anni
Ho sempre dato il massimo sul lavoro, ma la gratificazione, personale ed economica che ne ricevevo in cambio non era proporzionale al mio impegno.
Nei giorni in cui la frustrazione saliva troppo in alto cercavo nel tennis, passione che coltivo da anni, un riscatto e un modo per scaricare la tensione. Tuttavia non andava come speravo.
Il nervosismo e l'irritazione si trasformavano immediatamente in una perdita di controllo e di attenzione, gli errori si susseguivano agli errori e alla fine della partita, oltre a perdere miseramente, mi sentivo peggio di quando avevo cominciato.
Ero stanco, questo sì, ma ancora di più mi ritrovavo scontento e insoddisfatto.
Conoscevo Luisella personalmente e sapevo che aveva iniziato una formazione all'estero. Avevo deciso di fare qualche seduta per potermi rilassare un po', ma lei mi propose un altro tipo di lavoro.
Facemmo un patto: avrei perso per circa 2 o 3 mesi tutte le partite, ma poi le cose sarebbero cambiate. Il lavoro consisteva nell'introdurre la respirazione “consapevole” durante il gioco, cosa tutt'altro che facile quando si è già capaci a giocare.
Il portare l'attenzione alla respirazione fa sì che si perda l'attenzione al movimento, per cui diventa facile sbagliare … e non si ha tempo di pensare, e dunque gli errori si susseguono.
In effetti, nonostante la determinazione e la volontà, ma soprattutto la parola che avevo dato alla mia speciale “allenatrice”, perdere tutti i match per 0-6 era abbastanza deprimente. L'unico vantaggio era che alla fine delle partite mi sentivo meno stanco e, stranamente, meno …. nervoso, nonostante le reiterate sconfitte.
Fu così che dopo circa 2 mesi e mezzo mi ritrovai a vincere due partite di seguito con lo stesso punteggio: 6-0. Il mio avversario, peraltro sempre lo stesso collega … era in fondo al campo con il viso paonazzo e gli occhi sgranati, senza fiato e sbalordito.
Alla fine l'alchimia aveva funzionato …. ero riuscito a integrare la respirazione nel gioco e il risultato era davanti ai nostri occhi.
Da allora in poi, in singolo o in coppia, ho vinto molte volte il torneo del Circolo Sportivo che frequento, battendo ragazzi con venti anni di meno che alla fine della partita mi guardano esausti e mi fanno sempre e solo la stessa domanda “Ma lei come fa ad avere tanto fiato??”
La respirazione non solo mi ha permesso di vincere (e chi gioca lo mette in conto :-) ma anche di concentrarmi meglio, di essere più preciso e veloce e di stancarmi di meno.
Può sembrare incredibile, ma anche la soddisfazione al lavoro è migliorata … e ho deciso di prendere più tempo per me, non solo per giocare a tennis ma anche per viaggiare e vedere il mondo.
So di avere uno strumento potente sempre a mia disposizione: mi è stato insegnato come usarlo, dipende da me. E siccome lo porto sempre con me, posso usarlo anche durante certe riunioni surriscaldate: aumenta la lucidità e la chiarezza, inoltre mi aiuta a mantenere il controllo della situazione.
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