È iniziata la primavera e le variazioni di temperatura influiscono sul nostro corpo e sul nostro umore. Anche il cambio dell'ora (in questo caso molto meno favorevole che ad ottobre) non ci aiuta. Sensazione di stanchezza e difficoltà a riprendere i ritmi regolari si trascinano per giorni lasciando strascichi nelle nostre vite e nelle nostre relazioni private e professionali. È risaputo che, nonostante una qualità della vita tra le più alte d'Europa, i Paesi Nordici accusano purtroppo anche un elevato tasso di suicidi. La scarsa quantità di ore di luce influisce “chimicamente” sull'organismo e provoca sintomi e disagi di varia natura. In un Paese come il nostro, con molte più ore di luce, è incredibile che il 35% degli adolescenti lamenti una carenza di vitamina D (quella legata all'esposizione al sole). E gli adulti? Per i professionisti che trascorrono tante ore al chiuso, davanti a un PC , al telefono, impegnati in (a volte) in lunghe e complesse riunioni, conferenze e affini, pur non essendoci dati specifici al riguardo, gli effetti della scarsa esposizione alla luce sono sicuramente rilevanti.
Quindi, acclarato che esiste un rapporto diretto tra l'esposizione al sole e quella che viene definita una certa “solarità” caratteriale,è evidente che ritagliarsi uno spicchio di sole quotidiano sarebbe già un grande passo in avanti per tutti noi professionisti. Per ragioni di formazione professionale, ho frequentato/frequento regolarmente la vicina Svizzera romanda. Lì, appena il clima lo consente, gruppi di dirigenti e dipendenti di note aziende elvetiche organizzano meeting all'aperto e non disdegnano pause pranzo seduti su panchine lungo il lago, o sotto l'albero di un parco. Può sembrare banale, ma rompere la monotonia della giornata con un break di questo tipo migliora tutta una serie di funzioni che non ho bisogno di elencare perché suggerite dal buonsenso.
Ora, l'Italia è un Paese ricco di paesaggi di varia natura. Tutti noi abbiamo la possibilità -investendo un po' della nostra riserva di tempo libero quotidiano insieme a un po' della nostra attenzione (in particolare quella riguardante la nostra disciplina personale) – di trovare un angolo di natura come un parco cittadino, un lungo fiume, un lungo lago, ecc. : non per sfinirci in una corsa, ma per trascorrere una trentina di minuti (per cominciare anche 15 andrebbero bene) all'aria aperta. Una breve passeggiata, una pausa su una panchina di un parco: niente d'impegnativo ma solo una “piccola tregua” da pensieri e preoccupazioni. Quello che, a prima vista, sembra uno spreco di tempo può invece trasformarsi in un investimento in salute; forse sono solo gocce di salute quotidiana, ma tutti sappiamo che il mare è un insieme di gocce.
Vi suggerisco un piccolo esercizio. Guardate la vostra agenda e scegliete almeno un giorno (per iniziare) in cui recarvi in un luogo che ha un parco o qualcosa di analogo. Pianificate 30' di relax. Dotatevi di carta e penna e, una volta sul posto, chiudete gli occhi, lasciate che tutte le cose ancora da sbrigare vi affollino la mente, via via le scrivete in un elenco (dovreste farcela in 5/8'). Poi, silenziato cellulare e riposto il foglio, concentratevi su un elemento naturale a scelta: un albero, le nuvole, il calore del sole sul viso, ecc.. Respirate in modo ampio e lento (sennò venite riassorbiti dai vostri pensieri e tutto questo non servirebbe a nulla). Se perdete l'attenzione, ricollegatevi alla respirazione e proseguite fino a quando il vostro timer vi dice che l'esercizio è finito.
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