Le professioni “di relazione” hanno la peculiarità di coinvolgere le persone in una fitta rete di relazioni e di scambi verbali, scritti e telefonici. Fra le innumerevoli qualità che ognuno di noi possiede, la flessibilità è una di quelle più importanti perché è l'unica che ci permette di “adeguarci” nel senso di cercare la soluzione più adatta, al fine di trovare un compromesso pacifico che metta d'accordo le parti .
Molti di noi pensano che la flessibilità abbia prima di tutto una base fisica: in natura non esistono corpi elastici con menti rigide, né viceversa. Escludo da questo esempio gli atleti, perché si allenano molte ore al giorno e influiscono meccanicamente sul loro corpo. Però, a questo punto, una definizione migliore potrebbe essere: la flessibilità è innanzitutto un'attitudine mentale.
Il suo opposto è la rigidità, ovvero la nostra prima reazione quando incontriamo pareri discordanti rispetto al nostro, o persone che ci “aggrediscono” con i pretesti più svariati.
In queste situazioni, la flessibilità ci sarebbe di grande aiuto: ci permetterebbe di vivere la situazione senza danneggiarci fisicamente (arrabbiandoci, facendoci innalzare la pressione sanguigna, venire mal di testa, di stomaco, di schiena, ecc..) e ottenendo comunque un risultato apprezzabile.
Inoltre, non siamo statici, bensì in costante e a volte impercettibile movimento: quando ci rapportiamo ad altre persone – soprattutto in situazioni per noi critiche - tendiamo a riprodurre una certa postura, uno specifico modo di respirare, di parlare, di stare in piedi o seduti, di gesticolare. La ripetizione di queste situazioni disagevoli implica la replica dei meccanismi che le accompagnano e che, nel tempo, si trasformano in abitudini fisse. Insieme danno vita all'immagine che ognuno ha di sé in certe situazioni. Il punto è che spesso non siamo affatto contenti né dell'immagine, né del risultato, né – tantomeno - dei sintomi che ne derivano. La difficoltà a modificare un'abitudine fisica o mentale è collegata a qualsiasi cambiamento che riguarda un'abitudine già acquisita.
Noi umani abbiamo la straordinaria capacità di imparare lungo tutto il corso della nostra vita, ma per fare questo dobbiamo riuscire a mettere in pratica quanto segue: “La durezza e la rigidità sono caratteristiche della morte; la flessibilità e la dolcezza sono qualità della vita”. Antico proverbio cinese.
Quante volte siamo scontenti della nostra immagine in una situazione di disagio/disturbo? Siamo piuttosto rigidi o flessibili? Che cosa vorremo cambiare?
Siete disposti a investire 5' al giorno per fare uno stretching al mattino quando scendete dal letto? E ancora, 1 volta la settimana, rispetto a una situazione ricorrente e prevedibile, siete disposti a prendere in considerazione una soluzione diversa da quella consueta?
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