Il nostro valore come professionisti è in relazione al nostro valore come persone. Ognuno di noi rappresenta un “capitale” di conoscenze, competenze,esperienze, qualità comuni e specifiche che fanno di noi esseri unici. Ho scelto il termine capitale perché è legato a un concetto di valore: il nostro. Noi in effetti siamo “risorse umane” ma le risorse purtroppo non sempre vengono utilizzate come dovrebbero, a volte sono addirittura sprecate … mentre invece il concetto che voglio far passare è legato al valore intrinseco di ognuno.Il lavoro è lo strumento d'elezione per esprimere il nostro valore professionale e umano. È il terreno dove possiamo mettere a frutto quanto acquisito, confrontarci con altri, trovare accordi, lavorare in sinergia ed esprimere le nostre potenzialità e la nostra creatività, qualsiasi essa sia.
Se fosse davvero così sarebbe fantastico, il problema è che spesso il nostro lavoro, anche se l'abbiamo scelto e ci piace, si trasforma da principale fonte di soddisfazione a principale fonte di stress.
Perché?
Perché viviamo in un'epoca dove il lavoro, qualunque esso sia, richiede molta attenzione perché racchiude in sé una molteplicità di aspetti diversi che frazionano la nostra attenzione e assorbono il nostro tempo. Così facendo ci troviamo a rincorrere la nostra agenda, raramente riusciamo ad essere davvero soddisfatti in quanto continuamente incalzati da compiti in attesa e da cose da fare. Diventa così via via più difficile gestire il proprio tempo e le proprie relazioni.
Quando iniziamo ad essere stanchi e stressati, trasformiamo facilmente le persone con le quali interagiamo in nemici. Il dovere diventa il nostro “dio”, vogliamo essere precisi, puntuali, affidabili, competenti perché in questo modo pensiamo di aumentare il valore del nostro “capitale umano” ma in realtà perdiamo valore su altri terreni. Diventiamo preoccupati dalla gestione delle nostre emozioni, dal tradire in qualche modo la nostra insoddisfazione che deriva in primis dalla nostra stanchezza, dalla mancanza di tempo per recuperare fisicamente e psicologicamente. È allora che s'innesca il meccanismo di non riuscire a staccare la spina. Tutto è importante, tutto diventa urgente, come se la spia rossa lampeggiante fosse perennemente accesa. Perdiamo lucidità e non riusciamo più a stabilire delle priorità, le emozioni cominciano ad essere sempre meno controllabili.
Ognuno di noi ha vissuto almeno una volta questa situazione, esserne usciti non significa che non ci ricadremo ancora. Perché quando siamo concentrati altrove perdiamo attenzione per certi aspetti che ci trascinano verso il basso. Ecco un piccolo esercizio: in un momento della giornata in cui potete avere un po' di tranquillità, disegnante un cerchio che diventerà un diagramma a torta. Poi riflettete in quanti spicchi è divisa la vostra attenzione, considerando che non è infinita ma possiamo dare un valore % di 100 .
Come siete in questo momento della vostra vita?
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