Esther 44 anni
La mattina in cui mi ruppi il polso sinistro appoggiandolo malamente sul tavolo della colazione, prima di sentire le fitte che mi trafissero il cuore, mi vennero in mente tutte le cose che dovevo fare e che invece non avrei potuto fare.
Frattura scomposta in seguito a una banale scivolata per appoggiare il vasetto dello yogurt.
Avevo una società mia, una famiglia e dei figli. Tutto funzionava alla perfezione. Tuttavia la notte, da ormai molti mesi, non riuscivo più a dormire. Mi dicevo che erano le troppe cose da tenere nella mia attenzione, le molte incombenze professionali, le scadenze, i collaboratori, i meeting internazionali ...
Poi successe l'incidente.
I giorni successivi si susseguirono veloci, radiografie, gesso, ecc... ecc... Non potevo guidare. Abitando fuori città era un grosso problema, la notte non riuscivo a chiudere occhio e in più il polso mi faceva terribilmente male.
Cercando sul web un'informazione per il mio lavoro si aprì il sito di Luisella, lessi alcune righe e decisi di chiamare subito.
Arrivò una sera di pioggia … mi piacque.
Fin dalle prime sedute l'avambraccio e le dita della mano che fuoriuscivano dal gesso si sgonfiarono. Anche il dolore diminuì.
Salvo tornare dopo pochi giorni. Chiesi di fare 2 sedute la settimana: volevo guarire in fretta e tornare al lavoro il prima possibile; ma soprattutto riappropriarmi della mia autonomia.
Al primo controllo l'ortopedico mi disse che l'osso si era precocemente già saldato …. fui sorpresa e contenta.
Tuttavia, anche se di primo acchito sembrava un lavoro esclusivamente fisico … cominciai a notare dei cambiamenti nella mia vita. Non potevo tornare alla mia azienda perché il polso m'impediva di guidare e non volevo chiedere aiuto. Però, oltre al dolore, diminuirono anche l'irritazione e il nervosismo: iniziai a dormire di più e meglio, fino ad arrivare a 8 ore … cosa che non succedeva da anni e anni.
Cominciai a realizzare che la caduta non era stata un caso … c'erano varie cose a “soqquadro” nella mia vita, sotto l'apparente normalità derivata dalla mia grande efficienza.
Non ero contenta, né tanto meno intimamente soddisfatta … ma cercavo di far funzionare la “macchina Esther &Co” al meglio.
Solo molti mesi dopo la conclusione delle sedute realizzai che il lavoro fatto con Luisella era andato in profondità. Dopo la separazione decisi la vendita della mia azienda a una multinazionale - nella quale ho un posto di responsabilità ma anche tempo libero per fare cose che mi piacciono e mi fanno star bene ma che non facevo da anni – e infine la vendita della casa di famiglia,che gravava sulle mie spalle come un macigno …
Oggi sono una donna libera, con un polso che ha recuperato benissimo. Ma soprattutto capisco che devo ascoltarmi, seguire quello che sento e non quello che devo.
Quel pit stop obbligatorio mi ha costretta, mio malgrado, a fermarmi e a riflettere. Dopo i primi tempi ho iniziato a cogliere i collegamenti fra il trauma e la mia vita e ad usare la pausa forzata per occuparmi di me stessa, anziché indossare ogni mattina (anzi, non togliermi mai) il mio costume di wonder woman che all'interno conteneva tanta frustrazione.
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