Elisabetta 48 anni
Sono una donna forte: nella vita ho sempre combattuto per ottenere quello che volevo e ottenerlo da sola, senza imbrogli e senza aiuti.
Occupavo una posizione elevata nella gerarchia aziendale.
Tuttavia, ero arrivata al punto in cui non riuscivo più a sopportare il mio superiore.
Un dolore lancinante al lato destro del collo mi assaliva ogni mattina appena entrata in ufficio, e la sua intensità altalenante mi accompagnava per tutta la giornata.
La sera, oltre alla stanchezza “sana”, rientravo con mal di testa, dolore cervicale e dolori alla spalla che si irradiavano fino alla schiena.
Le avevo provate tutte, palestra, corsa, antiinfiammatori … qualcosa fra questo funzionava per un pochino … ma la sensazione e il sintomo di quando entravo in ufficio al mattino diventava sempre peggio.
Un'amica mi parlò di Luisella. Non capivo cosa faceva, ma era l'ultima spiaggia: il medico mi aveva prescritto una visita dall'ortopedico e questi mi aveva prospettato un intervento chirurgico.
Arrivai arrabbiata: lo ero ogni giorno della mia vita. Energia che circolava dentro di me e che si trasformava in una sensazione d'impotenza … e tutto ciò contribuiva ad aumentare il dolore che a sua volta aumentava la rabbia. Un circolo vizioso senza fine.
Le prime volte lottavo contro l'impotenza e l'irritazione: io volevo risolvere velocemente il mio problema: avere meno male e smetterla di perdere tempo.
Il resto non m'interessava. Alla fine della seduta il dolore si era molto attenuato, ma, soprattutto le prime volte, ricompariva uno o due giorni dopo.
Ecco pensavo, non funziona, deve scomparire del tutto.
Eppure continuai, lottando contro me stessa. Ma sentivo che una parte di me voleva assolutamente che io tornassi. A volte mi sembrava di perdere tempo e di sprecare denaro.
Sono una persona efficiente che impiega tempo e soldi in modo razionale: faccio una cosa ed ottengo un risultato. Fine.
Dopo pochi mesi, eravamo ad inizio primavera, mi sorpresi a sorridere davanti allo specchio la mattina mentre mi truccavo. Avevo visto la ruga profonda tra le sopracciglia attenuarsi, diventare meno evidente. La tendenza a tenere la fronte corrugata, contro la quale lottavo durante le sedute con Luisella stava cambiando.
Ebbi un momento di tenerezza … verso di me. Fu in quel momento che vidi quanto pretendevo dal mio corpo e da me stessa: ero molto esigente, oserei dire implacabile.
Rigida … dura, una donna tutta di un pezzo. Eppure, guardandomi negli occhi quella mattina vidi un viso diverso, più femminile e dolce … un'immagine che non ricordavo nemmeno.
Mi venne in mente quando volevo dipingere … da adolescente. Fu un lampo.
Nei giorni successivi, seguii come ogni settimana l'allenamento che Luisella mi aveva dato: efficiente e precisa svolgevo sempre il mio compito al 100%.
Ma in quei giorni pensai che volevo riprendere i pennelli in mano … fu un'emozione, qualcosa che avevo completamente dimenticato e da tanto tempo.
La mattina in ufficio alcune colleghe mi sorridevano … cominciavo a sentirmi più leggera. Sarà la primavera, mi dicevo.
Il mio capo stava diventando meno esigente … ma in realtà ero io che stavo cambiando, non lui. Cominciavo a sentirmi meno arrabbiata, più allegra.
Mi vennero in mente delle idee … forme di pittura legate alla pubblicità.
Ero alla mia scrivania quando ricevetti la notizia che ci saremmo trasferiti all'ultimo piano dell'edificio … e subito dopo, sul planning che mi avevano dato, vidi il mio nuovo ufficio dotato di una grande vetrata … non ci potevo credere.
Erano passati solo pochi mesi … inizio estate, e la mia vita sembrava completamente diversa. Meno tesa e nervosa, meno dolorante, anche in famiglia le cose andavano meglio. Mio figlio adolescente una mattina uscendo di casa si voltò e mi disse “Mamma, oggi sei una strafiga!”. Mio marito mi guardava soprattutto al rientro dalle sedute e mi diceva “Io non so cosa vai a fare …. ma ti prego, continua perché ti fa bene”.
Tutto mi sembrava più facile, compresa la decisione – presa a cuor leggero - di partecipare, a 48 anni, a un concorso internazionale per uno spot pubblicitario.
Quando compilai i moduli e allegai le foto della mia opera … mi sentii battere il cuore e … qualcosa non tornava. Come avevo fatto in meno di un anno a passare dalla rabbia e da un dolore fisico lancinante, dall'insoddisfazione-frustrazione-irritazione a una vita così diversa?
Come avevo fatto a pensare che il mio capo fosse l'unico responsabile di tutto ciò?
Era sempre la stessa persona, con i suoi scoppi d'ira e le sue sfuriate, avevo sempre le stesse colleghe (ora stranamente sorridenti) ma un nuovo ufficio panoramico, che aiutava prima di tutto la mia efficienza (quando entravo sorridevo dicendomi “Ma il mio capo non mi odia più?”) ma anche la mia creatività. Le immagini delle nuvole nel cielo e lo skyline della città mi hanno fatta arrivare fra i finalisti del concorso.
Ho imparato, dopo mesi, a riconoscere che tutto ciò era semplicemente il frutto del duro lavoro fatto insieme. Abituata ad essere efficiente, Luisella aveva capito come farmi usare la stessa qualità, ma stavolta per me. Non era in contrasto con il mio lavoro e non ho mai tolto un'ora all'ufficio: ho trovato invece il modo di conciliare due aspetti del mio carattere smettendo di combattere contro me stessa.
Ne hanno beneficiato tutti intorno a me, ma prima di tutto io. Non solo non ho più male (e se torna faccio attenzione a cosa sto facendo per provocarlo), ma ho ritrovato dentro di me qualità creative che mi rendono soddisfatta e contenta, ma soprattutto meno rabbiosa e frustrata.
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